Il 29 novembre 2023 alle ore 18.00, sarà inaugurata a Bucarest, presso SwitchLab (Casa Presei Libere, Corp A2, etaj 3) la mostra fotografica
Are They Rocks or Clouds?
di Marina Caneve
A cura di Alessandro Dandini de Sylva
Allestimento e progetto grafico di Etaoin Shrdlu Studio
In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura di Bucarest
La mostra resterà aperta fino al 19 gennaio 2024 e potrà essere visitata da giovedì a sabato, dalle 16.00 alle 20.00, nel periodo 29 novembre – 17 dicembre 2023 e 8 – 19 gennaio 2024.
Il progetto di Marina Caneve, Are They Rocks or Clouds?, è un progetto di ricerca interdisciplinare che si fonda sull’ipotesi del verificarsi nelle Dolomiti di una catastrofe idrogeologica di grandi dimensioni, analoga a quella del 1966, entro i prossimi cinquanta anni. Confrontarsi con lo spettro di una catastrofe in un futuro prossimo, ma non immediato, ha dato l’opportunità a Marina Caneve di oltrepassare la necessità di documentare un evento collettivo nel momento del suo accadimento e di svuotare il tradizionale immaginario della montagna della sua naturale fascinazione per creare un nuovo immaginario incerto che permetta di esplorare e decodificare il paesaggio e ri-osservarlo rispetto alla nostra vulnerabilità nel viverlo.
Are They Rocks or Clouds? oscilla tra documentario e modalità poetica. Il progetto non si sviluppa in maniera lineare; il layout (sia nel libro sia nelle installazioni) introduce costantemente deviazioni utilizzate come metafora della stratificazione di rocce diverse che costituiscono la struttura interna delle montagne, mostrandone non solo le loro peculiarità, ma al tempo stesso rendendo visibile un’indizio della loro vulnerabilità. L’autrice non si è proposta di documentare un evento specifico e nemmeno di raccogliere prove a riguardo per dimostrare una certa tesi. Degli eventi hanno avuto luogo, stanno avendo luogo (spesso ciò è a malapena visibile) o avranno luogo in un futuro incalcolabile. Caneve dirige la sua macchina fotografica verso i paesaggi della sua infanzia e verso la gente che vive nelle e con le montagne, e che conosce perfettamente i pericoli di vivere in tale ambiente, inquadrando e organizzando queste modulazioni temporali. Relazionarsi a questa vulnerabilità si concretizza per l’artista in modi di vederla fisicamente e in modi di immaginarla.
La mostra a Bucarest, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, si sviluppa in due parti. Nella sede razionalista dell’Istituto Italiano di Cultura (la mostra è visitabile fino al 1 dicembre 2023), viene esplorata la possibilità del dispositivo espositivo di evocare l’esperienza del rischio connesso all’abitare territori fragili attraverso un’installazione che assume la stratificazione e il glissamento, tipici del rischio idrogeologico, come fondamento per la fruizione del lavoro. Nello spazio espositivo di SwitchLab presso l’iconica Casa Scânteii, anche conosciuta come Casa della Stampa Libera, viene invece indagato il ruolo delle immagini d’archivio in relazione alla produzione visiva contemporanea e la possibilità di svincolarsi da una posizione narrativa diretta e frontale a favore di una stratificazione di visioni evocative indirette e laterali. I display disegnati da Etaoin Shrdlu Studio sono centrali nella costruzione del progetto perché si rifanno da un lato alla strutturale fragilità geologica della montagna e dall’altro alla ricerca di una visione multidisciplinare e multidimensionale dell’abitare il paesaggio.
Marina Caneve (Belluno, 1988) sviluppa progetti di ricerca attraverso la fotografia con una pratica dove sono centrali la stratificazione e il dialogo tra discipline e linguaggi; il suo lavoro si inscrive nella dimensione della ricerca artistica. I suoi progetti nascono prevalentemente dalla messa in discussione delle narrazioni stereotipate e frontali. Caneve ha esposto in istituzioni nazionali e internazionali tra cui il MAXXI a Roma, Fotohof a Salisburgo, l’Institut Néerlandais a Parigi e La Triennale di Milano. Ha realizzato campagne fotografiche tra le quali Atlante Sapienza 22, MAXXI; Italia Inclusiva, MAECI; Tredici sguardi sui Musei Lombardia, Direzione Musei Lombardia e Mufoco; Atlante Architettura Contemporanea, MiC e Mufoco; Unesco, ICCD; Marghera on stage, Padiglione Venezia, La Biennale di Venezia. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private tra cui il MAXXI, l’ICCD, il MUFOCO e il Museo Nazionale della Montagna. Tra i premi nel 2023 è vincitrice di Italian Council – Edizione 12 con Bridges are Beautiful (working title) con il supporto di FMAV e UGM, nel 2018 di Giovane Fotografia Italiana a Fotografia Europea Reggio Emilia e COTM Dummy Award e nel 2019 il Premio Bastianelli; shortilisted per il Prix du livre Rencontres d’Arles, C/O Berlin Talent Award e il Premio Gabriele Basilico. È tra gli artisti invitati da CAMERA al progetto europeo FUTURES. Dal 2013 è co-curatrice del progetto CALAMITA/À, una piattaforma di indagine interdisciplinare che esplora il tema della catastrofe a partire dal caso studio del Vajont. Tra le principali pubblicazioni Are they Rocks or Clouds? (Fw:Books), Di roccia, fuochi e avventure sotterranee (Quodlibet), La valle tra le cime e le stelle (Quodlibet), La forma dell’acqua svanisce nell’acqua (A+M). Caneve combina la sua ricerca artistica con l’insegnamento; dal 2019 è docente presso il Master IUAV in Photography e Spazio Labo’, oltre a curare workshop per diverse istituzioni.
Alessandro Dandini de Sylva (Roma, 1981) lavora come artista, curatore e editore. Ha curato mostre in istituzioni come il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma e L’Aquila, il Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano a Roma, l’Istituto Italiano di Cultura di Londra e il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro. È stato co-curatore di Fotografia Festival al MACRO Museo di arte contemporanea di Roma e curatore in residenza alla Fondazione Pastificio Cerere a Roma e alla Fondazione Ermanno Casoli a Fabriano. Con la sua casa editrice Aniene pubblica libri di artisti, curatori e spazi culturali indipendenti presenti a Roma o con un rapporto speciale con la Città e insieme all’associazione Cartastraccia promuove la lettura del libro fotografico per l’infanzia in collaborazione con musei, fondazioni, scuole e biblioteche. Attualmente è direttore artistico di Istmo e della Fondazione Malaspina, curatore della sezione fotografia alla Fondazione Pescheria di Pesaro, consulente per la fotografia presso Ghella e advisor per la fotografia e l’editoria all’American Academy in Rome.
Etaoin Shrdlu Studio (Edda Bracchi, Stefano Cremisini) è uno studio di design e ricerca che progetta linguaggi e strategie visive per l’arte, l’architettura, la fotografia e le iniziative culturali. Si occupa di comunicazione visiva, editoria e exhibition design.
SwitchLab (Dani Ghercă, Michele Bressan, Nicu Ilfoveanu, Alexandru Paul) è un artist-run space che offre un programma incentrato su artisti e curatori che mirano a interagire con lo spazio e trasformarlo, indipendentemente dal mezzo artistico che scelgono. Svincolato da qualsiasi logica commerciale, SwitchLab incoraggia artisti e curatori a presentare progetti espositivi sperimentali che potrebbero risultare rischiosi per altre piattaforme.