L’Italia è Paese ospite alla 19/a edizione del Bucharest International Animation Film Festival ANIMEST, in programma dal 4 al 13 ottobre 2024.
Programma:
Allegro non troppo, di Bruno Bozzetto (Italia, 1976, 85 min)
4 ottobre ore 17.00, Cineteca Eforie
13 ottobre ore 15.00, Cineteca Eforie
Ciao Italia – classics
8 ottobre ore 20:30, Istituto Cervantes
L’Arte della Felicità, di Alessandro Rak (Italia, 2013, 64 min.)
9 ottobre ore 17.00, Cineteca Eforie
Nowhere, di Simone Massi (Italia-Svizzera, 2023, 90 min.)
11 ottobre ore 21.00, Cineteca Eforie
12 ottobre ore 13.00, Cineteca Eforie
Animazione italiana contemporanea
9 ottobre ore 18.30, Istituto Cervantes
Il cinema d’animazione nel formato corto, da alcuni considerato la massima espressione di questa forma di cinema, ha vissuto in Italia periodi abbastanza facilmente separabili a partire dal dopoguerra. Il primo viene solitamente fatto coincidere con il programma pubblicitario televisivo, un format originale italiano, chiamato Carosello, andato in onda quotidianamente sulle reti televisive nazionali dal 1957 al 1977. Il format consisteva in una serie di cinque film, la maggior parte dei quali realizzati con tecniche di animazione, della durata di circa tre minuti ciascuno. Carosello non era e non poteva essere solo un contenitore di messaggi pubblicitari: il numero di secondi da dedicare alla pubblicità, il numero di citazioni del nome del prodotto, il numero di secondi da dedicare allo ‘spettacolo’, la cui trama doveva essere slegata al prodotto, erano predeterminati. Questo formato portò alla nascita di innumerevoli studi di animazione che seppero lavorare con grande profitto, con un’economia florida che permetteva loro di occuparsi di produzioni di animazione artistica estranee all’aspetto commerciale, anche alla produzione di lungometraggi (l’esempio del Emblematico è lo studio Bozzetto, che riuscì a produrre: tre lungometraggi in quel ventennio, l’intera serie dedicata alle ‘Avventure del signor Rossi’, e un numero considerevole di cortometraggi a partire da ‘Tapum!’ nel 1958). Nello stesso periodo furono molto attivi Giulio Gianini ed Emanuele Luzzati, che tra il 1964 e il 1978 realizzarono tutti i loro film ispirati alle musiche di Rossini e Mozart. Legato a Carosello fu anche Manfredo Manfredi, autore proprio della sigla del format, come nonché tra gli anni Sessanta e Settanta di un considerevole numero di cortometraggi con temi molto impegnati socialmente e artisticamente.
Con la chiusura di Carosello nel 1977 iniziò una profonda crisi, innanzitutto economica, per l’intero settore dell’animazione italiano e decine di studi con un numero considerevole di animatori dipendenti furono costretti a chiudere.
Da questa crisi si tentò di uscire a metà degli anni Novanta grazie anche ai diplomati della scuola dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino, tra i quali troviamo Gianluigi Toccafondo e Roberto Catani. In quegli anni fu attiva anche un’altra valente animatrice italiana, la pittrice toscana Ursula Ferrara. Ma non si può parlare di un vero e proprio movimento, anche se è forse in questa fase che prende forma quello che lo storico Giannalberto Bendazzi definisce il movimento Neo-pittorico dell’animazione italiana.
I primi anni 2000 sono caratterizzati anche da una scarsa presenza di autori italiani significativi, ad eccezione di Simone Massi, anch’egli proveniente dalla scuola urbinate.
Sul finire del primo decennio del terzo millennio si è verificata una svolta collegabile all’uscita di due film, i primi cortometraggi italiani con un riscontro virale sul WEB di portata planetaria: ‘Muto’ di Blu (2008 ) e ‘Videogioco’ (2010) di Donato Sansone, se il primo è un artista fuori dagli schemi che rappresenta una tendenza autarchica che condivide con molti animatori anticonformisti attivi in quegli anni; Donato Sansone, proviene dalla Scuola Sperimentale del Cinema sezione animazione, di Torino, e può essere considerato il capofila di una serie di talenti che in quella scuola si formarono e che oggi, insieme alla scuola di Urbino, è un’indiscutibile fucina di firme che stanno dando nuovo rilievo al cinema d’animazione italiano.
Andrea Martignoni – storico dell’animazione, direttore artistico del Festival ANIMAPHIX