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“Io provo a volare” – spettacolo teatrale della compagnia Berardi-Casolari

Volare 1 – ph Paolo Porto

Compagnia Berardi Casolari presenta il 16 ottobre 2024 alle ore 19.00, presso ARCUB – Hanul Gabroveni, Sala Mare (Str. Lipscani 84-90, Bucarest) lo spettacolo

IO PROVO A VOLARE!
Omaggio a Domenico Modugno

testo e regia di
Gianfranco Berardi e Gabriella Casolari

con Gianfranco Berardi
e la partecipazione di
Davide Berardi – voce e chitarra
Giulia Bertasi – fisarmonica
Costumi Pasqualina Ignomeriello
Con il sostegno di Festival Internazionale Castel dei Mondi

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA – JoakimInterFest di Kragujevac (Serbia) “for aesthetic emotion, pure and joyful that was caused in cheerful audience”
PREMIO DEL PUBBLICO – JoakimInterFest di Kragujevac (Serbia)
PREMIO ANTONIO LANDIERI – come miglior spettacolo del 2011- NAPOLI

“Io provo a volare” è una drammaturgia originale, che a partire da cenni biografici di Gianfranco Berardi racconta la vita di uno dei tanti giovani cresciuti in provincia pronti, sull’onda del mito, ad affrontare ogni peripezia per realizzare il sogno di diventare artisti. Ed è proprio attraverso la descrizione delle aspettative, delle delusioni, degli sforzi e degli inganni subiti da truffaldini incontri che si articola il viaggio fra comici episodi della realtà provinciale e alienanti esperienze metropolitane. La storia vede lo spirito di un custode di un teatrino di provincia che, a mò di vecchio capocomico, torna in scena ogni notte, a mezzanotte, in compagnia dei suoi musicisti all’interno del teatro, in cui mosse i primi passi. Così fra racconto, musica e danza, si rivivono episodi della sua vita: i sogni, gli incontri, gli stages, le prove , la fuga, la scuola, il primo lavoro e l’amaro rientro al paesino, al quale, dopo aver provato tutte le strade possibili, è costretto a tornare. Ma come se non bastasse, il piccolo e romantico cinema in cui aveva cullato il sogno artistico, non è più quello di una volta. Così per amore dell’arte e della propria felicità, il giovane decide di entrare di nascosto nel teatro e pietra dopo pietra demolirlo. Il lavoro quindi, utilizzando la figura di Modugno come simulacro, rende omaggio agli sforzi ed al coraggio dei lavoratori in genere e dello spettacolo in particolare, che, spinti da passione, costantemente si lanciano all’avventura in esperienze giudicate poco dignitose, solo perché meno visibili. Poesia e comicità sono gli ingredienti principali della pièce, che attraverso un uso sui generis della luce trasmette atmosfere emotive, suggestioni e ricordi indimenticabili cercando di risvegliare nel pubblico quel sogno di libertà di cui Modugno si fece portavoce e simbolo.

Confidenze dell’autore/note di regia

Il sogno, la realtà, la percezione dell’uno e dell’altra che ognuno di noi ha e di cui si convince giorno dopo giorno sempre di più. La presunzione, il cieco perseguimento delle proprie idee, la dura e spesso ipocrita realtà con cui scontrarsi. L’errore, base della ricerca, grande assente in una società che riconosce i prodotti finiti e competitivi piuttosto che i processi con i suoi naturali tempi d’evoluzione.
Il dolore, sola via in grado di consentire uno sviluppo della coscienza, limitata com’è ormai nella nutrizione e costretta ad una condizione di esperienza sempre più veloce e programmata.
Il buio, il mistero, l’ignoto, mete di un individuo, di un me, alla ricerca di un sé perso e confuso nelle mille tentazioni dell’Io.
L’Io, il sé, il sogno, la realtà, il teatro , portale del sentire, dell’intuire, canale per diagnosticare e guarire.
E così nasce Io provo a volare, il desiderio di ricostruire dentro di sé, intorno a noi, l’idea di nido per poter planare sicuri verso gioie sconosciute.
Così nasce un’indagine introspettiva che si allarga all’analisi di una condizione diffusa e condivisa; così da spunti autobiografici, biografici e da aneddotica racimolata fra miti, colleghi e coetanei, emerge la volontà di gridare un rifiuto alla propria paura di affrontare il mondo, il desiderio di riconoscersi fragili, soli, la speranza di riscoprirsi onesti innanzitutto con sé stessi “vedere o non vedere, questo è il problema, guardare dritto in faccia la realtà che mi circonda e mi spaventa e affrontarla con coraggio per cercare di cambiare o tenere tutto quanto dietro un velo che mi copre gli occhi ed il cuore e m’impedisce di soffrire?…”
Intanto procediamo: Co.Co.Co., collaborativi in maniera costante e continuata, come il mondo del lavoro cinico ed alienante c’insegna, nel tentativo di ristrutturare il pollaio in cui da tempo svolazziamo tronfi e litigiosi.
COraggiosi, per favore, COstanti e COnvinti per la rivoluzione che porterà a smettere di essere pollastri rantolanti, illusi di volare come falchi nel blu dipinto di blu.

Estratti recensioni

Alla fine lo spettacolo migliore che io abbia visto in Andria non era certo il più innovativo. Era il più gradevole, il più simpatico, il più umanamente vicino al suo pubblico, Io Provo a Volare…..i musicisti in scena con Berardi sono bravissimi e quasi incredibile nella vocalità è suo fratello Davide
Franco Cordelli – Il Corriere della Sera

Gianfranco Berardi, sicuramente uno degli astri nascenti del nostro teatro…Era da molto tempo che non vedevo un attor giovane stare in scena con tanta sicurezza e tenere in pugno lo spettatore con tanta beffarda spavalderia ma anche con irresistibile complicità.
Marco de Marinis – Cultureteatrali.org

….brilla il filone degli show pugliesi, col nuovissimo Io Provo a Volare in cui Gianfranco Berardi interpreta uno Spirito del Teatro spinto dal suo entusiasmo a risuscitare la orchestraccia che è in scena con il racconto di una vita dedicata al teatro per cui scodella battute dell’Amleto e per l’entusiasmo della sala arriva a identificarsi con Domenico Modugno.
Franco Quadri – La Repubblica

Il volo di Gianfranco Berardi, attore straordinario, è uno di quei voli quasi rasoterra, che non possono lasciare indifferenti gli spettatori.……Questo lavoro che non è solo uno spettacolo teatrale ma un piccolo sogno da regalare al pubblico che c’era e che verrà.…….E’ un teatro povero ma vivo. Poesia pura.
Francesca De Sanctis – L’Unità

Berardi va a pescare soprattutto nel varietà e nel cabaret, con efficace esagerazione spesso macchiettistica, pensando a Petrolini, Totò, Karl Valentin e Leo De Berardinis e a certe sue allucinate apparizioni.
Antonio Audino – Il Sole 24 ore

Berardi è evocativo, folgorante e dissipatorio, acceso da una luce interiore in cui è artista non vedente. Ripassa il calvario dei poeti di provincia, degli Amleti mancati, dei sognatori respinti dalla città di quelli che provano a volare tornando alle radici, e a tratti pronuncia (o mette in danza) cose altre, ispirate, … mentre il mistero è in Berardi.
Rodolfo Di Giammarco – La Repubblica

  • Organizzato da: IIC Bucarest
  • In collaborazione con: ARCUB - Hanul Gabroveni