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Concerto Paolo Angeli al Festival JazzUnique

rade
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Nell’ambito del festival JazzUnique, l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest presenta sabato 24 giugno alle ore 20.00, al Club Green Hours di Bucarest, un concerto di Paolo Angeli, che promuove il suo ultimo disco, Rade. Il recital dell’artista italiano sarà preceduto, alle ore 18.00, da un concerto del Noé Clerc Trio (Francia).

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Paolo Angeli, cresce con il viso rivolto verso il mare, a Palau, nella punta nord della Sardegna. Partendo dallo strumento tradizionale ha ideato una vera e propria chitarra orchestra: 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile. Con questa singolare creazione il musicista sardo rielabora, improvvisa e compone una musica inclassificabile, sospesa tra free jazz, folk noise, pop minimale, post-rock. A partire dalla metà degli anni ’90, Paolo Angeli ha pubblicato 12 album da solista. Dal 2005 vive in Spagna e suona regolarmente in tour nei più importanti festival e teatri di tutti i continenti. Nel 2018 Angeli si è esibito alla Carnegie Hall di New York, entrando così nella rosa dei più importanti musicisti ‘innovatori con radici’ della scena mondiale. Se determinante negli anni ’90 fu l’incontro di Paolo Angeli con l’anziano custode delle forme galluresi e logudoresi Giovanni Scanu e con il maestro indiscusso dell’avanguardia Fred Frith, altrettanto importante si rivela nel 2003 la richiesta di un nuovo modello di chitarra sarda preparata da parte del chitarrista statunitense Pat Metheny. Ha improvvisato e collaborato con Fred Frith, Iva Bittova, Hamid Drake, Evan Parker, Antonello Salis, Pat Metheny, Jon Rose, ecc.

Rade è un arrivo inaspettato, come un raggio di sole nella stagione delle piogge. La sintesi discografica compiuta da Paolo Angeli, segue a distanza di un anno il successo di critica dell’album Jar’a. Se quest’ultimo contemplava la Sardegna più ancestrale, in Rade il musicista sardo cambia rotta e affronta il Mediterraneo ‘vis a vis’, in una navigazione che ci trascina nell’atmosfera meticcia dei porti del mare nostrum. Il concept album è la sintesi di venticinque anni di convivenza di Paolo con la sua chitarra orchestra, spinta al limite delle potenzialità timbriche espressive, ma a tessere la narrazione è la voce, nasale e dal sapore sardo-iberico, che si affida alle quartine dei poeti galluresi e logudoresi del 1700 e 1800. La musica di Rade affiora come un relitto carico di memoria, avvolto da luce accecante, il mare lungo è una superficie in argento, il canto sardo si fonde e confonde con sonorità che evocano una preghiera laica. Le composizioni divengono luoghi utopici di transito, paesaggi onirici abbozzati con la stilografica, aree protette dalla furia della tempesta, che riconducono all’illusione del miraggio. Rade è il mosto del secolo scorso, dimenticato nella cambusa, invecchiato, che lascia nei bicchieri di vetro il tannino, per abbandonarsi al ricordo di visioni leggere imbalsamate dalla salsedine.

“Il viaggio in solitario è quanto di più bello possa esistere. Ti confronti con la tua intimità, con il passare del tempo, con musiche che ti appartengono. Ogni volta cerco di spostare il margine di rischio con la consapevolezza che ad attendermi c’è la terra ferma. L’improvvisazione costituisce il cuore pulsante di questo processo creativo, intesa come materiale di collegamento e come sviluppo delle strutture. E lì affiorano le composizioni, isole da esplorare e abbandonare per continuare ad assaporare la bellezza della navigazione nell’immenso mondo della musica. Con la voce rivisito arie della musica sarda, aspetto che conferisce un carattere tridimensionale alla tessitura della chitarra orchestra. Decido sul palco quale sarà la scaletta della serata, basata su oltre quattro ore di repertorio, per cui nessuna esibizione è uguale alla precedente: in un certo modo non è molto diverso dal veleggiare tra diverse isole, tenendo conto delle onde, delle correnti e di tutti gli imprevisti che avvengono nelle esplorazioni sottocosta.” Paolo Angeli

  • Organizzato da: Green Hours Jazz Club, EUNIC
  • In collaborazione con: IIC