Recitazione e attore: la tradizione dei grandi attori in Romania e Italia
Conferenza a cura del prof. Armando Rotondi
(Associate Professor in “Performance Theory”, Institute of the Arts Barcelona)
27 novembre 2020, ore 18.00 – traduzione consecutiva italiano-romeno
in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’IIC di Bucarest
Nell’ambito delle relazioni teatrali tra i diversi paesi europei nella seconda metà del XIX e l’inizio del XX secolo, di particolare interesse sono i contatti tra Romania e Italia, per quanto riguarda la tradizione della figura del “Grande attore”. Con l’espressione “Grande attore” si identifica – in Italia, ma anche in altri contesti – quell’attore e quell’attrice che emergono come personalità dominanti, intrepretando sia i classici, sia i drammi della nuova letteratura straniera, e che anzi piegano totalmente la letteratura drammatica alle loro corde, talento e personalità. Esempi di “grandi attori” sono Ermete Zacconi ed Ermete Novelli, “grande attrice” è chiaramente Eleonora Duse, così come in Francia lo è Sarah Bernhardt.
La tradizione nazionale romena in teatro ha una storia molto complessa e vede un punto di svolta proprio nella seconda parte del XIX secolo. Deve molto, infatti, all’influenza del teatro italiano e dei tour dei “Grandi attori” a Bucarest e nelle altri principali città. Il prof. Rotondi analizzerà questi rapporti stretti tra Italia e Romania come primo tassello di una storia delle relazioni teatrali tra i due paesi.
Armando Rotondi è Associate Professor in Performance theory e presidente del corso di laurea magistrale in Teatro presso l’Institute of the Arts Barcelona – Liverpool John Moores University. Ha conseguito l’Abilitazione Scientifica Nazionale come Professore Universitario di Prima Fascia / Professore Ordinario di Teatro. Ha svolto attività di ricercatore in visita presso l’Università di Bucarest e l’Istituto Romeno di Cultura. Ha insegnato nelle Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” e “Federico II”, all’Università degli Studi di Verona e alla Nicolaus Copernicus University di Torun(Polonia). Come ricercatore in visita ha lavorato alla Comenius University di Bratislava (Slovacchia). È curatore della sezione “Theatre and Adaptation” per The Theatre Times (New York), co-direttore della rivista accademica “Mise en Abyme” e tra i Project Leader del progetto “Make a Move”, finanziato dal programma Europa Creativa. Come giornalista, da anni è inviato al Transilvania Film Festival di Cluj-Napoca. È stato relatore in più di quaranta convegni internazionali e ha pubblicato più di quaranta tra saggi in volume e articoli scientifici. Tra le sue monografie: Roberto Bracco e gli “–ismi” del suo tempo (2010), Eduardo De Filippo tra adattamenti e traduzioni nel mondo anglofono (2012), “Il nome della rosa” a teatro. Aspetti scenico-letterari di “Numele Trandafirului” da Umberto Eco a Grigore Gonța (2015). Il suo ultimo volume di ricerca è La Romania di Ceauşescu tra farsa e tragedia. Il sentimento tragico della storia (Mimesis Edizioni, 2020). È autore del testo teatrale L’accusa. Processo e morte dei coniugi Ceauşescu. 5 voci per un attore, pubblicato nel 2020 da ProgettoCultura. Al teatro romeno ha dedicato diversi studi presentati in convegni internazionali; sull’argomento collabora stabilmente con la cattedra di italianistica dell’Università di Craiova ed è membro del comitato scientifico dell’UArtPress, la casa editrice dell’Università delle Arti di Târgu Mureș e della loro rivista di studi performativi “Symbolon”.