L’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest ha il piacere di invitarvi
martedì 16 gennaio 2018, alle ore 17.30, in Aleea Alexandru 41, Bucarest
alla conferenza-lezione del Dr. Agostino Bossi
professore ordinario di Architettura degli Interni e Allestimento Università degli Studi di Napoli Federico II
DOMUS ITALICA
memoria, evoluzione e continuità dello spazio domestico
“…Ogni costruzione, qualunque sia la materia che la costituisce, sia essa la pietra o il pensiero, deve confrontarsi con le costruzioni precedenti, che la preparano o che possono negarla…”; questa, una frase tratta da L’architettura della mente, opera di Eugenio Tescione, che traccia un quadro originale dei rapporti fra lo studio dei comportamenti dell’uomo e le concezioni dello spazio proprie della modernità. Mi è sembrato interessante valutare questo confronto che si svolge innanzitutto sul piano dell’interiorità, laddove la costruzione, intesa come intuizione viene concepita ancor prima del suo concretizzarsi. E’ nell’interiorità infatti che si trovano sempre il senso dei monumenti, delle vestigia, dei ruderi preziosi che spogliamo per utilizzarne i materiali a una nuova costruzione. Ciò è particolarmente vero nel caso in cui l’architetto è chiamato a confrontarsi con manufatti ereditati dal passato: egli attinge dall’esistente, o meglio dal preesistente, e ne traspone accuratamente, nelle nuove costruzioni, memoria e materiali che vengono riproposti cercando di conservarne l’integrità del senso di cui sono portatori. La domus italica contiene in se fattori propri di un’interiorità già vissuta, trasmessa, pregni di contenuti che dal passato si desidera proiettare nel futuro. Viene precisato in altre parole, lo stretto legame che intercorre tra spazio ed esperienza interiore che idealmente riunisce chi ha già vissuto e chi vivrà quell’ interiorità. L’esperienza spaziale, dall’interno domestico si estende nella città, nelle strade, nelle piazze, nei giardini e in tutti quegli spazi dell’essere, in cui l’uomo riesce a ritrovare senso e luogo di protezione e intimità, oltre che una diretta allusione a valori spirituali, culturali, della memoria. Ha da valere per cogliere le intenzioni di questa conversazione l’espressione di Marcel Proust che, nella Strada di Swann, afferma essere compito dell’arte il cogliere nascoste corrispondenze: “…dipende da noi rompere l’incanto che tiene prigioniere le cose, portarle sino a noi e impedire che cadano per sempre nel nulla…sensazioni e cose sono immerse nel flusso della transitorietà e dell’effimero, sottoposte al tempo che le disintegra e travolge. Solo nella memoria, l’uomo può cogliere con un unico sguardo le incessanti trasformazioni alle quali il tempo sottopone fatti, cose, persone e sentimenti… “
Dottore in Architettura, Agostino Bossi (Pola, Istria – 1941) è professore ordinario di Architettura degli Interni e Allestimento presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. La sua attività di ricercatore e docente è caratterizzata da numerosi progetti di scambio culturale, prevalentemente rivolti alla diffusione della disciplina dell’interno architettonico e del progetto del prodotto d’arredo, in Istituzioni e Università estere. È autore di numerose pubblicazioni, libri, saggi e articoli su riviste specializzate in Italia e all’estero. Ha partecipato con relazioni a convegni e tavole rotonde internazionali e tenuto conferenze presso Istituzioni e Università estere.